Indice
Dopo aver sognato questo viaggio per molti anni, dopo la pandemia che ha frenato la possibilità di volare in altri continenti, finalmente ho avuto l’occasione di visitare uno dei luoghi che erano da tempo nella mia lista dei desideri, l’isola di Bali. Viste oceaniche, tramonti indimenticabili, cibi buonissimi e molto altro sono la norma in questo paradiso terrestre. In questo articolo andrete a scoprire come ho organizzato in autonomia il mio itinerario tra Bali e Nusa Penida, della durata di due settimane.
Alcune premesse per viaggiare a Bali
- A Bali le temperature sono sempre gradevoli, e sono si aggirano di media tra i 22/23° di minima ed i 30/31° di massima durante tutto il corso dell’anno. La vera discriminante è la massiccia presenza di precipitazioni durante il periodo delle piogge che va da novembre ad aprile. Per questo motivo il periodo migliore per un viaggio a Bali va da maggio ad ottobre, specialmente nei mesi centrali;
- Per viaggiare a Bali è consigliato munirsi di un’assicurazione sanitaria prima di partire. I costi per le cure sono molto alti, quindi è sempre bene tutelarsi in anticipo con una piccola spesa che vi farà stare tranquilli durante il soggiorno;
- Per viaggiare a Bali, oltre al passaporto elettronico, è necessario richiedere un visto. Nel caso di permanenza inferiore o uguale ai 30 giorni, questa autorizzazione, chiamata VOA (Visa On Arrival), si richiede direttamente a destinazione durante la fase di controllo passaporto ed ha un costo di circa 35€;
Per altre informazioni utili su come organizzare un viaggio a Bali, vi lascio l’articolo dove elenco punto per punto tutte le informazioni utili!
Itinerario Bali e Nusa Penida
L’itinerario che ho organizzato per questa avventura tra le isole di Bali e Nusa Penida prevede una prima settimana con base nella cittadina di Ubud. In seguito uno spostamento al porto di Sanur per raggiungere l’isola di Nusa Penida tramite fastboat e successivamente rientro a Bali con Uluwatu come base per l’alloggio.
Qui sotto trovate le principali tappe battute durante il viaggio.
Tirtagangga, Ababi, Kecamatan Abang, Karangasem, Bali, 80813, Indonesia
Pantai Padang Padang, Pecatu, Kuta Selatan, Badung, Bali, 80361, Indonesia
Karang Boma Cliff, Jalan Batu Lesung, Pecatu, Kuta Selatan, Badung, Bali, Indonesia
Campuhan Ridge Walk, Ubud, Gianyar, Bali, 80571, Indonesia
Teletubbies Hills, Pantai Atuh, Pejukutan, Nusa Penida Subdistrict, Klungkung, Bali, Indonesia
broken beach, angels billa bong, Jalan Crystal Bay, Sakti, Nusa Penida Subdistrict, Klungkung, Bali, 80372, Indonesia
Diamond Beach, Wates, Pejukutan, Nusa Penida Subdistrict, Klungkung, Bali, Indonesia
Kelingking Beach, Bunga Mekar, Nusa Penida Subdistrict, Klungkung, Bali, Indonesia
Crystal Bay Beach, Sakti, Nusa Penida Subdistrict, Klungkung, Bali, Indonesia
Pura Taman Ayun, 10, Gang Nuri VI, Gulingan, Badung, Bali, 80351, Indonesia
Templo Tirta Empul, Jalan Raya Penelokan, Petung, Malet Seri Batu, Gianyar, Bali, 80661, Indonesia
Banyumala Twin Waterfalls, Buleleng, Bali, 81162, Indonesia
Handara Gate, Jalan Maruti, Panca Sari, Buleleng, Bali, 81162, Indonesia
Pura Ulun Danu Beratan, Jalan Perean Tengah, Luwus, Tabanan, Bali, 81162, Indonesia
Path to Tukad Cepung Waterfall, Undisan, Bangli, Bali, 80613, Indonesia
Kanto Lampo, Beng, Gianyar, Bali, 80614, Indonesia
Jatiluwih, Penebel, Tabanan Regency, Tabanan, Bali, 82152, Indonesia
Tegallalang, Gianyar, Bali, 80561, Indonesia
Monkey Forest, Ubud, Gianyar, Bali, 80571, Indonesia
Pura Luhur Uluwatu, Raya Uluwatu, Pecatu, Kuta Selatan, Badung, Bali, 80361, Indonesia
Giorno 1-2: Volo di andata
Sono partito nel primo pomeriggio dall’aeroporto di Milano Malpensa con un volo Singapore Airlines, con direzione appunto Singapore, della durata di circa 12 ore. Qui ho effettuato l’unico scalo, dove ho potuto ammirare la maestosità del Jewel Changi, il terminal costruito di recente famoso per la presenza della Rain Vortex, una cascata artificiale posizionata al centro della struttura. E’ un’opera talmente incredibile che è difficile spiegarlo a parole, spero che le foto rendano meglio l’idea.
Verso metà pomeriggio del secondo giorno di viaggio (il fuso è 6 ore in avanti, pertanto si atterra sempre il giorno dopo di quando si è partiti) sono partito alla volta dell’aeroporto di Denpasar con un volo sempre Singapore Airlines. Una volta arrivato, il controllo immigrazione è abbastanza organizzato. Una volta effettuato il controllo del passaporto ed il pagamento del visto, sono finalmente pronto a dirigermi verso la prima base del mio viaggio a Bali, Ubud.
Giorno 3: Ubud
Il primo giorno effettivo del itinerario a Bali l’ho passato visitando i dintorni di Ubud. Dopo aver ritirato il mio scooter a noleggio (unico mezzo che consiglio per muoversi in queste strade), ho cominciato ad esplorare la zona, partendo dal Pura Tirta Empul. Si tratta di uno dei templi più famosi dell’isola, celebre per la sua sorgente sacra dove chiunque voglia può immergersi per effettuare il rito della purificazione dello spirito. Per entrare nel tempio è obbligatorio l’utilizzo del sarong, ovvero una veste di cotone dai colori sgargianti che serve a coprire il corpo dalla vita ai piedi.
In seguito mi sono spostato verso le Kanto Lampo Waterfalls, delle bellissime cascate non molto affollate dove è possibile anche fare un bagno rinfrescante. Si sa, l’acqua stanca, perciò era giunta l’ora di iniziare a provare qualche specialità della zona. Mi getto a capofitto in uno dei tantissimi warung che si trovano sulla strada e assaggio per la prima volta il piatto principe della cultura balinese, il nasi goreng. Si tratta di un piatto composto da una base di riso fritto condita con verdure e carne di pollo o maiale.
Dopo pranzo ho visitato una delle attrazioni principali di Ubud, ovvero la Monkey Forest, una riserva naturale di circa 27 ettari popolata da circa 350 scimmie. Lungo la passeggiata sono presenti numerosi templi indù, tuttavia la scena se la prendono completamente questi simpatici animali. Occhio però agli oggetti luminosi che avete addosso, è prassi vedere scene di “furti” compiuti dalle scimmie nei confronti dei visitatori!
Ubud è una tappa imperdibile durante un viaggio a Bali. Per saperne di più su questa splendida destinazione, perfetta come base per visitare gran parte dell’isola, ti consiglio di dare un’occhiata all’articolo dove spiego come muoversi, dove alloggiare e cosa vedere a Ubud e dintorni:
Giorno 4: Ubud
Gran parte del quarto giorno del mio itinerario a Bali l’ho dedicata alla visita delle maestose risaie di Jatiluwih, partimonio dell’Unesco e vanto per la popolazione balinese. Famose per il loro antichissimo sistema di irrigazione, le risaie sono la fonte di reddito principale di quest’area a nord dellì’isola di Bali. In un’ora abbondante di scooter si raggiunge la cittadina di Jatiluwih partendo da Ubud. Qui è possibile scegliere tra 4 trekking di diversa lunghezza adatti a tutti. La passeggiata più lunga è di circa 5,5 km, lungo di essa è possibile anche fermarsi in alcuni warung disseminati lungo il percorso. Addentrandosi in queste stupende risaie, si possono vedere all’opera i lavoratori del riso mentre coltivano questo prezioso alimento.
Dopo aver speso gran parte della giornata qui, sono risalito in sella al mio scooter e mi sono diretto nuovamente verso sud, facendo tappa al tempio di Taman Ayun. Di origine seicentesca, questo tempio è il più antico ancora rimasto intatto. E’ possibile passeggiare lungo i curatissimi giardini che circondano la struttura e fermarsi ad osservare le splendide architetture del tempio.
A Bali il sole tramonta presto, quindi è già ora di ritornare verso casa per un pò di relax in vista delle prossime giornate.
Giorno 5: Ubud
Il quinto giorno sono partito presto per una delle giornate più intense dal punto di vista chilometrico. Dopo una ricca colazione a base di mie goreng, sono partito alla volta della prima tappa del giorno, il tempio di Tirta Gangga, nella zona est di Bali. Ex palazzo reale del regno, questo tempio è caratterizzato dalla presenza di due splendide piscine su cui sono posate delle passerelle “galleggianti” percorribili dai turisti. E’ un luogo molto importante per i balinesi, essendoci arrivato durante i festeggiamenti del Galungan (festa delle divinità), il tempio era preso di mira da una grande folla di fedeli.
La seconda tappa della giornata, ritornando verso nord-ovest, è il tempio madre di Pura Besakih. E’ il tempio più grande della religione Indù a Bali e contiene al suo interno ben 23 templi. Si sviluppa su sei livelli di altezza e si colloca alle pendici del monte Agung, nella omonima cittadina di Besakih. Come per il Pura Tirta Empul, anche qui è obbligatorio indossare un sarong per l’ingresso, si respira davvero un’aria di sacralità in questo luogo.
Come terza ed ultima tappa del giorno, tornando verso Ubud, ho deciso di fermarmi alle cascate di Tukad Cepung. Arrivarci non è molto semplice, il percorso infatti è abbastanza impervio, tuttavia la vista una volta scesi a livello del fiume lascia davvero senza fiato. Ci vuole un pò di pazienza perché le cascate sono molto famose a livello social, quindi preparatevi a code eterne per scattare delle foto ricordo, in ogni caso l’attesa viene davvero ripagata.
Giorno 6: Ubud
La giornata più “impegnativa” del viaggio a Bali è quella che ho dedicato alla zona nord dell’isola. La prima tappa, dopo più di un’ora di scooter è il tempio Pura Ulun Danu Beratan, famoso per essere la copertina di molte guide di viaggio a Bali. Essendo periodo di festa la folla di visitatori è davvero numerosa, tuttavia la vastità del parco che circonda il tempio mi ha permesso di visitarlo in tutta calma. La cosa che più balza all’occhio, oltre alla bellezza del tempio, è la cura certosina del luogo nella sua totalità. Nulla è lasciato al caso e fa percepire un senso di pace davvero indescrivibile.
Dopo un brevissimo scroscio di pioggia, durante il quale mi rifugio in un warung per pranzare, decido di proseguire verso nord. Qui il meteo cambia in continuazione, pertanto impermeabile sempre con se e si prosegue senza paura della pioggia. Dopo qualche chilometro arrivo alla seconda tappa del giorno, l’Handara Gate. Si tratta di uno dei punti più instagrammabili dell’isola. L’Handara Gate si trova all’ingresso dell’omonimo resort ed è diventato a tutti gli effetti una meta imperdibile per scattare una foto. Dopo qualche scatto mi sono quindi diretto ancora più a nord per l’ultima visita del giorno, le cascate di Banyumala.
Arrivato al parcheggio delle Banyumala Twin Falls, bisogna percorrere un sentiero abbastanza ripido ma accessibile a tutti per raggiungere la base delle cascate. Il panorama è davvero mozzafiato, forse il più bello visto sino ad ora. Non essendo molto famose a livello turistico non ho trovato una grande folla, complice anche la giornata un pò uggiosa. Questo luogo è talmente bello che non vorrei proprio andarmene, tuttavia la pioggia incombe, pertanto è ora di indossare il k-way e dirigersi verso casa, prima che cali il sole.
Giorno 7: Ubud
L’ultima giornata del mio soggiorno ad Ubud sono partito molto presto alla volta delle risaie di Tegallalang, molto famose a livello social per via delle numerose bali-swing, le altalene “panoramiche” che stanno spopolando sull’isola. Partendo all’alba si ha la possibilità di passeggiare con una luce davvero pazzesca, che unita all’umidità che sale dal suolo, crea una nebbiolina davvero cinematografica sopra queste risaie. Il percorso non è segnalato benissimo ed è facile perdersi, tuttavia grazie anche all’aiuto di un’anziana coltivatrice del luogo, sono ritornato sul sentiero corretto e mi sono goduto degli scorci davvero indimenticabili.
Dopo aver schivato di qualche minuto un bell’acquazzone, sono andato a pranzo in uno dei warung più quotati di Ubud, Ely’s Kitchen, un locale di classe che consiglio caldamente, anche per la splendida vista panoramica della sala da pranzo.
Al pomeriggio, complice un meteo molto incerto, ho deciso di rimanere nella zona di Ubud, nello specifico ho dedicato le ultime ore del mio soggiorno in città ad una breve escursione lungo la Campuhan Ridge Walk. Si tratta di un sentiero panoramico che si snoda in una fitta vegetazione, oggetto di moltissime foto per la splendida vista che offre.
Giorno 8: Trasferimento a Nusa Penida
L’ottavo giorno del mio itinerario tra Bali e Nusa Penida l’ho dedicato al trasferimento tra le due isole. In mattinata, dopo aver preparato la valigia ho trascorso le poche ore che mancavano al checkout con un po’ di relax in piscina. Una volta arrivato l’autista mi sono diretto nella cittadina portuale di Sanur, sulla costa sud-est di Bali. Qui all’incirca ogni 30 minuti partono delle fastboat della durata di circa un’oretta che raggiungono le isole di Nusa Lembogan, Nusa Penida e le isole Gili. Nel primo pomeriggio sono quindi partito alla volta di Nusa Penida e, dopo un viaggio che davvero non consiglio a chi soffre di mal di mare, raggiungo il porto di Toya Pakeh.
Se sei alla ricerca di informazioni più dettagliate su questa splendida e selvaggia isola, come consigli su spostamenti, alloggi e cose da vedere, ti consiglio di dare un’occhiata all’articolo che ho dedicato a Nusa Penida.
Una volta arrivato a Nusa Penida mi sono accordato con un driver che mi ha accompagnato fino all’alloggio, situato sulla costa ovest dell’isola. Tempo di arrivare e disfare i bagagli che ormai il sole stava tramontando. Ho deciso quindi di rilassarmi, riservandomi le escursioni per le due giornate successive.
Giorno 9: Nusa Penida
La prima giornata del mio soggiorno a Nusa Penida è incominciata con una deliziosa colazione a base di yogurt e frutti tropicali, accompagnati da caffè ed acqua di cocco. Sono salito quindi in sella al mio scooter a noleggio, pronto a raggiungere la prima tappa del giorno, la spiaggia di Crystal Bay. Situata nella costa ovest di Nusa Penida, la spiaggia di Crystal Bay è molto frequentata per lo snorkeling. Dopo aver prenotato un’uscita in barca per ammirare i pesci tropicali che popolano queste acque, ho dovuto purtroppo rinunciarci a causa del mare mosso che non permetteva lo svolgimento di attività subacque. Ho quindi deciso di rilassarmi in spiaggia sorseggiando un drink in un warung sulla spiaggia per poi dirigermi verso l’attrazione regina di Nusa Penida, Kelingking Beach.
Una volta arrivati al parcheggio della spiaggia è normale trovarsi davanti una coda lunghissima, per questo motivo vi consiglio di andarci di prima mattina e di non fare l’errore che ho fatto io. Ad ogni modo mi sono comunque armato di pazienza ed ho atteso in coda il mio turno. Una volta arrivati all’altezza delle scale che portano alla spiaggia, la vista è qualcosa di indescrivibile. La particolare forma a “t-rex” del promontorio, le fragorose onde sugli scogli, il colore turchese dell’acqua, tutto sembra finto da quanto è bello. Se volete addentrarvi lungo il percorso che raggiunge la spiaggia c’è da fare molta attenzione, gli scalini sono ripidissimi ed in alcuni punti bisogna inventarseli, pertanto scendete con prudenza! Io sono arrivato a metà discesa dal momento che non avevo delle scarpe adatte al percorso, ho scelto di evitare guai.
Dopo un veloce pranzo ho raggiunto la terza ed ultima tappa del giorno, Broken Beach. Qui si trova un breve percorso che attraversa due attrazioni abbastanza frequentate, la prima è Angel Billabong, un’insenatura tra gli scogli dove l’acqua si infrange fragorosamente creando onde davvero grandi. La seconda è appunto Broken Beach, una spiaggia caratterizzata da una particolare conformazione ad arco delle rocce che la circondano. Il percorso è molto trafficato perciò evitatelo nelle ore di punta.
Giorno 10: Nusa Penida
Il secondo giorno a Nusa Penida è partito male, al mio risveglio mi sono trovato nel bel mezzo di un tipico acquazzone tropicale. In queste isole infatti nel periodo di secca piove poco ma quando accade cade una grandissima quantità di acqua in pochissimo tempo. Ho quindi deciso di fare colazione con calma e di attendere che si abbassasse un po’ l’umidità tremenda creatasi dopo il temporale. In tarda mattinata sono quindi partito alla volta della seconda attrazione più famosa di Nusa Penida, ovvero Diamond Beach.
Ho quindi attraversato l’isola da ovest ad est, facendo tappa a metà percorso alle Teletubbies Hills, delle collinette chiamate così per via della somiglianza con quelle del programma per bambini. Dopo poco più di un’ora di scooter sono quindi arrivato al parcheggio di Diamond Beach. Per scendere fino in spiaggia bisogna scendere un centinaio di scalini molto ripidi, niente di impossibile. La vista dalle scale è qualcosa di incredibile, i colori dell’acqua, della sabbia, delle palme, sembrano filtrati con Photoshop. Grazie alla sempre maggiore risonanza social del luogo, è prassi trovarsi una grande folla a caccia di uno scatto da postare. Nonostante ciò comunque credo sia uno degli spot naturali più belli che abbia visto in vita mia.
Dopo una breve sosta pranzo, quasi brunch per l’ora che si era fatta, mi dirigo verso Manta Point, il famoso punto di osservazione delle mante che sono di casa in queste acque. Il mare mosso non mi ha permesso nemmeno di oggi di effettuare un’escursione per vederle da vicino, tuttavia mi sono accontentato di vedere questi particolari animali da una piccola sporgenza raggiungibile percorrendo un breve sentiero.
Giorno 11: Trasferimento a Bali
L’undicesimo giorno del mio itinerario a Bali l’ho dedicato al trasferimento da Nusa Penida al porto di Sanur, per raggiungere l’ultimo alloggio del viaggio nella la zona sud di Bali, nello specifico Uluwatu. Dopo aver effettuato il check-out sono stato accompagnato al porto e dopo un delizioso pranzo a base di tonno locale sono salito sulla fastboat con direzione Sanur. Al primo pomeriggio sono dunque sbarcato nuovamente sull’isola degli dei e, dopo aver prenotato un driver, mi sono diretto verso la cittadina di Uluwatu.
Giorno 12: Uluwatu
Dopo una ricca colazione a base di nasi goreng, ho ritirato l’ennesimo scooter e mi sono diretto verso il luogo di culto più iconico della zona, il tempio di Uluwatu. Situato in cima ad una scogliere alta circa 70 metri a picco sul mare, il tempio è popolato da decine di scimmie che vi “scorteranno” lungo il percorso. La visita di tutta l’area del Pura Luhur Uluwatu è abbastanza lunga e dura almeno un paio di orette. Uno dei punti di forza di questo luogo è anche la cura maniacale dei dettagli, i colori dei fiori che circondano i templi e la splendida vista sull’Oceano.
Dopo un veloce pranzo in un tipico warung sulla strada (chiamato Loca, consiglio vivamente!), mi sono diretto verso una delle spiagge più famose dell’area sud di Bali, Padang Padang Beach. Qui, approfittando della bella giornata di sole, ho passato un pomeriggio in relax fino all’ora del tramonto. Queste spiagge si adattano meglio al surf più che alla balneazione, poiché si tratta di acque fredde e molto mosse, tuttavia verso ci si può tranquillamente fare il bagno senza alcun problema. Verso il tardo pomeriggio mi sono quindi diretto verso il mio scooter con l’intento di rincasare, ma nel tragitto di ritorno non ho potuto non fare almeno un paio di soste lungo la strada che costeggia l’Oceano per ammirare il tramonto. Indimenticabile.
Giorno 13: Uluwatu
Il penultimo giorno di questo itinerario a Bali e Nusa Penida l’ho dedicato al relax, in vista del lungo volo di ritorno. Ho fatto quindi colazione a metà mattinata, per poi dirigermi verso la spiaggia di Dreamland Beach. Famosa per la sua sabbia dorata e le altissime onde, è uno spot perfetto per chi ama surfare. Anche dopo pranzo, mi sono spostato di un paio di chilometri per fermarmi a Bingin Beach, spiaggia anch’essa celebre per le sue onde.
Tra un bagno ed un cocktail in spiaggia è arrivata l’ora del tramonto. Sono quindi salito in sella al mio scooter per raggiungere un luogo pazzesco dove vedere il sole “tuffarsi nel mare”. Si chiama Karang Boma Cliff ed è un piccolo praticello privato (si paga una piccola somma) raggiungibile tramite una strada leggermente dissestata. La vista del tramonto da qui è stata forse la più bella che abbia mai visto in vita mia, una vera chicca questo posto!
Giorno 14: Volo di ritorno
Dopo aver fatto il checkout dall’alloggio di Uluwatu verso l’una di pomeriggio, ho prenotato un driver per l’aeroporto. Avendo il volo al tardo pomeriggio ho dovuto attendere l’apertura del check-in all’ingresso del terminal di Denpasar. Dopo circa tre orette di attesa ho effettuato il check-in per i due voli che mi avrebbero riportato in Italia. Il tragitto è stato lo stesso dell’andata, quindi un primo volo Singapore Airlines da Denpasar a Singapore, un veloce scalo di 45 minuti dove ho solo cambiato aereo (fattibilissimo, la compagnia è super organizzata), ed un secondo volo fino a Milano Malpensa.